martedì 31 marzo 2015

Ford Quadricycle

Henry Ford siede nella sua prima automobile, la Ford Quadricycle




La Ford Quadricycle fu il primo veicolo sviluppato da Henrry Ford. Si trattava di un semplice telaio dotato di quattro ruote da bicicletta e spinto da un motore termico alimentato ad etanolo.
 Sul finire del XIX secolo il trasporto privo di cavali era un concetto relativamente nuovo, le auto erano ancora quindi nel loro stato "embrionale" ed erano spesso frutto di inventori piuttosto che imprenditori. La Ford Quadricycle fu però un decisivo passo avanti nella direzione che prenderà poi nel secolo successivo l'automobile, grazie principalmente al suo disegno ed alle sue innovazioni e soluzioni tecniche.
Nel luglio del 1896 Ford, in una piccola officina, completò il primo esemplare funzionante del suo motore ad etanolo; il quale, poco dopo, prenderà posto sulla prima vettura denominata "quadricycle" dato che utilizzava delle semplici ruote da bicicletta. Il successo di questo primo modello portò il suo inventore alla fondazione, nel 1903, della Ford Motor Company.

Replica moderna della "Quadricycle"

La Bohème

Cartellone originale de La bohème


La Bohème è un'opera lirica in quattro quadri di Giacomo Puccini, su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica.
Ispirato al romanzo di Henri Murger Scènes de la vie de bohème, il libretto ebbe una gestazione abbastanza laboriosa, per la difficoltà di adattare le situazioni e i personaggi del testo originario ai rigidi schemi e all'intelaiatura di un'opera musicale. L'orchestrazione della partitura procedette invece speditamente e fu completata nel dicembre 1895.
Meno di due mesi dopo, il 1º febbraio 1896, La Bohème fu rappresentata per la prima volta al Teatro Regio di Torino, diretta dal ventinovenne maestro Arturo Toscanini.

Pavarotti, "Che gelida manina", La Boheme

Giochi della I Olimpiade

Cerimonia di apertura della I Olimpiade moderna


I Giochi della I Olimpiade si svolsero ad Atene, in Grecia, dal 6 al 15 aprile 1896. Furono i primi Giochi olimpici dell'era moderna, voluti dal barone Pierre de Coubertin e ufficializzati durante il primo congresso olimpico, che si tenne a Parigi il 23 giugno 1894, durante il quale nacque anche il Comitato Olimpico Internazionale.
Durante il XVIII secolo, grazie anche alle numerose invenzioni riguardanti la comunicazione ed i trasporti, sorsero in tutta Europa numerosi piccoli eventi sportivi chiamati "giochi olimpici".
Pierre de Frédy, barone di Coubertin, storico e pedagogo francese che cercava una spiegazione alla sconfitta francese nella Guerra franco-prussiana, giunse alla conclusione che gli sconfitti non avevano ricevuto un'educazione fisica adeguata, e si impegnò per migliorarla. De Coubertin voleva anche trovare un modo per avvicinare le nazioni e per permettere ai giovani di tutto il mondo di confrontarsi in una competizione sportiva, piuttosto che in guerra.

I campioni


Sua Santità papa Leone XIII

Papa Leone XIII





Sua Santità papa Leone XIII è un film del 1896 di Vittorio Calcina, fotografo e rappresentante dei fratelli Lumière per l'Italia. Tuttora rimane la prima pellicola italiana esistente. Il breve filmato girato nei giardini Vaticani è dedicato a una benedizione di papa Leone XIII e venne filmato su pellicola Lumière.



lunedì 30 marzo 2015

L'Arrivée d'un train en gare de La Ciotat





L'arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat (in francese: L'Arrivée d'un train en gare de La Ciotat) è uno dei più famosi cortometraggi dei fratelli Auguste e Louis Lumière. Venne proiettato per la prima volta il 6 gennaio 1896.
La leggenda dice che gli spettatori fuggirono via dal cinema pensando di essere realmente investiti dal treno. Interessante è la particolare inquadratura angolata e non frontale, come invece avveniva di solito nei primissimi film della storia del cinema, che permette una grande profondità di campo, con una straordinaria messa a fuoco del treno in arrivo sia in lontananza sia in primo piano. Georges Sadoul dirà: "In L'arrivée d'un train la locomotiva giunge dal fondo dello schermo, avanza sugli spettatori e li fa sussultare dando loro la sensazione che stia per schiacciarli. Essi identificano quindi la loro visione con quella della macchina da presa: ecco chela macchina da presa diventa per la prima volta un personaggio del dramma".

Pellicola di celluloide 

La battaglia di Adua

I cannoni italiani presi dagli Abissini ad Adua.


La battaglia di Adua o Abba Garima, momento culminante e decisivo della guerra di Abissinia, si combatté il 1º marzo 1896 nei dintorni della città etiope di Adua tra le forze italiane comandate dal tenente generale Oreste Baratieri e l'esercito abissino del negus Menelik II. Gli italiani subirono una pesante sconfitta, che arrestò per molti anni le ambizioni coloniali sul corno d'Africa.
 La combinazione di vari fattori di carattere strategico favorì le forze abissine conducendo l'esercito italiano alla disfatta, la quale fu anche uno schiaffo morale: dimostrava infatti, che il "bianco" non era invincibile e divenne un simbolo della lotta al colonialismo.

La battaglia

Il punto di vista di un ufficiale dei carabinieri

Telegrafia senza fili

Guglielmo Marconi con uno dei suo primi apparecchi radio


A Londra, il 5 marzo del 1896, Guglielmo Marconi presenta la prima richiesta provvisoria di brevetto per il suo apparecchio radio, col numero 5028 e col titolo "Miglioramenti nella telegrafia e relativi apparati". Da sottolineare che tale richiesta avvenne con 21 giorni di anticipo rispetto alla data della prima trasmissione radio realizzata dal russo Popov. Il 19 marzo, Marconi ricevette dall'Ufficio Brevetti conferma dell'accettazione della prima domanda. Il 2 giugno dello stesso anno depositò all'Ufficio Brevetti di Londra una domanda definitiva per un sistema di telegrafia senza fili, n. 12039, dal titolo "Perfezionamenti nella trasmissione degli impulsi e dei segnali elettrici e negli apparecchi relativi". Nonostante durante gli anni vi siano state molte dispute, sia teoriche nell'ambito dei fisici, sia in campo legale, per stabilire chi debba essere effettivamente considerato il primo inventore della radio è comunque indubitabile ed inestimabile il contributo di Marconi alle trasmissioni senza fili, ed in particolare allo sviluppo di tale tecnologia in Italia.

Brevetto di Londra

Brevetto USA con riferimento a brevetto briannico 

sabato 28 marzo 2015

Spedizione di Nansen

Mappa del tempo raffigurante le regioni attraversate dalla spedizione


La spedizione di Nansen sulla Fram fu un tentativo del 1893–1896 da parte dell'esploratore e premio Nobel per la pace Fridtjof Nansen di raggiungere il Polo nord. Nonostante le critiche di altri esploratori polari, Nansen portò la sua nave Fram alle Isole della Nuova Siberia nell'Mar Glaciale Artico orientale, la fece incagliare dal pack ed attese che la deriva la trasportasse verso il polo. Impaziente per la bassa velocità ed il carattere irregolare della deriva, dopo 18 mesi Nansen ed un compagno di sua scelta, Fredrik Hjalmar Johansen, abbandonarono la nave con un gruppo di cani e slitte dirigendosi verso il polo. Non lo raggiunsero, ma stabilirono un nuovo primato di Farthest North a 86°13.6′N prima di compiere una lunga ritirata per rifugiarsi nella Terra di Francesco Giuseppe. L'approccio tradizionale all'esplorazione artica si basava su ampie forze, col presupposto che le tecniche europee si potessero utilizzare con successo nell'ostile clima polare. Nel corso degli anni questa strategia ebbe poco successo e portò a pesanti perdite di uomini e navi. Per contrasto, il metodo di Nansen di utilizzare piccoli equipaggi addestrati, sfruttando l'esperienza Inuit e Sami in questo campo, permise di completare la spedizione senza nessun morto e senza grossi problemi.

Altra notevole impresa: Passaporto Nansen


Sfigmomanometro

Sfigmomanometro di Riva-Rocci


Un'apporto fondamentale alla medicina fu l'invenzione di Scipione Riva-Rocci: lo sfigmomanometro, il quale permise una misurazione facile e sicura della pressione arteriosa, effettuata fuori dal laboratorio e direttamente al letto del malato.
 Il clinico almesino espose i suoi studi, in modo molto accurato, in due presentazioni all’Accademia Medica Reale di Torino. Successivamente, pubblicò due articoli nella Gazzetta medica di Torino: il primo, Un Nuovo Sfigmomanometro, il 15 dicembre del 1896 e il secondo, La Tecnica Sfigmomanometrica, nel 1897. Decisiva fu l’adozione del bracciale pneumatico. Infatti, grazie all’uniforme ripartizione della compressione attorno al braccio, fu possibile evitare errori relativi alle misure della pressione, riportati solitamente dai precedenti strumenti. Un’altra innovazione fu la misurazione della pressione sull'arteria omerale, più precisa, anziché sull’arteria radiale. Egli inoltre scoprì l’effetto ‘camice bianco’, la variabilità della pressione sanguigna e raccolse una serie di informazioni numeriche (statistiche) riguardo ai pazienti, che si rivelarono più veritiere rispetto a quelle più vaghe delle istituzioni mediche, divenendo per di più un precursore della epidemiologia cardiovascolare. Riva-Rocci descrive così accuratamente le sue intuizioni che le sue asserzioni sono valide tutt'oggi, anche se vengono usati metodi più sofisticati.

PrecursoreSamuel Siegfried Karl von Basch

Raggi X

La prima radiografia medica eseguita da Roentgen alla mano sinistra della moglie Anna Berthe.


Wilhelm Conrad Röntgen scopre l'8 novembre 1895 la radiazione elettromagnetica nell'intervallo di frequenza oggi noto come raggi X. L'annuncio di questa scoperta fu dato il 5 gennaio 1896. Per questa scoperta, Röntgen ricevette il primo Premio Nobel per la fisica nel 1901.
È da sottolineare come, a causa del suo daltonismo, Röntgen oscurasse completamente la sala durante i suoi esperimenti; la sera della scoperta egli si accorse che un foglio di carta su cui era stata scritta la lettera "A" con una soluzione di platinocianuro di bario brillava di luce, emessa da raggi invisibili provenienti dal tubo a vuoto con cui stava lavorando. Nel tentativo di scoprire le qualità dei raggi, mise la mano sulla traiettoria del fascio di raggi, e si accorse che sul foglio si vedeva l'ombra delle ossa della mano; notò che tali raggi, chiamati "X" in quanto sconosciuti, scaturivano dal contatto dei raggi catodici con l'anticatodo nel tubo.

Appunti sulle sperimentazioni

Radioattività

Lastra fotografica impressionata dal minerale di uranio


Nel 1896 Antoine Henri Becquerel scoprì accidentalmente la radioattività, mentre investigava la fosforescenza dei sali di uranio. Durante le sue ricerche mise in contatto con il materiale una lastra fotografica, accorgendosi che era stata impressionata anche se non era stata esposta alla luce del sole: Becquerel concluse che il materiale emetteva dei raggi senza bisogno di un'eccitazione da parte della luce. Annunciò i suoi risultati il 2 marzo dello stesso anno, solo pochi giorni prima del lavoro di Sylvanus Thompson che lavorava in parallelo sullo stesso soggetto a Londra.